Il Golden Power è stato tra i primi passaggi del Governo a tutela delle imprese a seguito della crisi da coronavirus: mentre restano ancora troppe le aziende italiane che spostano all’estero la propria sede fiscale sottraendo parte degli introiti al fisco italiano e mentre si discute ancora di come ristrutturare e ricapitalizzare le aziende italiane, con il decreto varato ad Aprile sono stati rinforzati i poteri speciali di intervento dello Stato verso le aziende italiane che rischiano scalate da parte di gruppi stranieri.
Già nel 2012 era stata riscritta la disciplina per la tutela delle società operanti in settori strategici quali difesa, sicurezza nazionale, energia, trasporti e comunicazioni (più nel dettaglio infrastrutture, anche aerospaziali, energia, acqua, salute, media, trattamento dati): avocando a sé la facoltà di specifiche condizioni all’acquisto di partecipazioni, opponendosi agli acquisti o ponendo il veto a delibere societarie il Governo aveva congelato l’italianità delle aziende che, se rilevate da gruppi esteri, avrebbero arrecato grave pregiudizio agli interessi essenziali della nazione.
Nel 2016 l’esercizio di questi poteri speciali era stato esteso ai settori ad alta intensità tecnologica.
Con il decreto liquidità di aprile 2020, al fine di evitare che le aziende italiane in un momento delicato possano diventare facile obiettivo degli speculatori, il Governo ha blindato ulteriormente le aziende bloccando passaggi di proprietà e controllo considerate ostili nei settori alimentari, robotica, artificiale, biotech, banche ed assicurazioni.
L’Esecutivo infatti può
–dettare condizioni per tutelare gli interessi del Paese,
–inserire veti su determinate delibere societarie,
–opporsi all’acquisto di partecipazioni di soggetti diversi dallo Stato italiano (o da questo controllai) con cui il potenziale acquirente può compromettere gli interessi del Paese in tema di sicurezza e difesa.
Anche le piccole e medie imprese considerate strategiche per lo sviluppo del sistema Paese e vera ossatura del sistema produttivo italiano rientrano nell’ambito dell’applicabilità della normativa del Golden Power: in particolare è attribuito alla Consob potere di controllo per queste operazioni. La Commissione infatti può effettuare verifiche anche nei confronti di PMI non quotate e anche per acquisto quote particolarmente limitate sino al 5%.
La durata dell’estensione dello scudo protettivo nel decreto liquidità è stata limitata nel tempo e sarà relativa soltanto al periodo di emergenza da Covid 19, fissato momentaneamente al 31 dicembre 2020.
La modalità dell’esercizio del Golden Power prevede l’obbligo di comunicazione alla presidenza del Consiglio delle delibere oggetto delle operazioni societarie da parte dell’impresa mentre a carico dell’acquirente resta l’obbligo di fornire tutte le informazioni sull’acquisizione, con vari dettagli a seconda del settore di intervento. La procedura di controllo può essere comunque avviata anche d’ufficio dall’Esecutivo.
Le comunicazioni devono avvenire entro 10 giorni dall’operazione e il Governo ha successivamente 45 giorni di tempo per chiedere chiarimenti: l’autorizzazione viene concessa con il silenzio assenso.
Contrariamente a quanto accaduto nel 2008, lo Stato ha protetto, immediatamente dopo lo scoppio dell’emergenza sanitaria, il sistema produttivo ed il patrimonio industriale.
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