Il 28 ed il 29 giugno avrà luogo il Consiglio Europeo che dovrà affrontare i temi delle riforme dell’Eurozona. Il 19 giugno scorso, invece, Macron e Merkel hanno firmato la “Dichiarazione di Meseberg” con la quale hanno trovato punti di accordo su diversi temi con i quali si spingono a rinforzare gli intenti dell’Unione Europea “con la preoccupazione costante di garantire sia l’unità tra i suoi stati membri che l’efficienza della zona”.
Sul tema dell’immigrazione si è irrigidito il Governo italiano, in quanto l’accordo prevede che siano ridotti gli incentivi ai Paesi per i movimenti “secondari” (cioè quelli che collegano il Paese di primo arrivo al Paese successivo), e siano garantite riammissioni rapide verso gli Stati membri competenti (cioè i Paesi di primo arrivo, come la Grecia e l’Italia).
In buona sostanza gli immigrati vengono spinti ad essere trattenuti nel paese di primo approdo: l’Italia si è opposta a discutere sui movimenti secondari se prima non verranno definite le posizioni sugli arrivi che il nostro Paese si trova ad affrontare sostanzialmente da solo.
Rilevanti anche i nuovi formalismi proposti nel documento: l’idea è di spostare le decisioni (a partire dalla politica estera, sicurezza e difesa, per poi estenderle a tutti i settori) dall’unanimità alla maggioranza qualificata nei Consigli (partendo da un nuovo Consiglio di sicurezza dell’Ue) e, se dovesse passare questo approccio, basterà che una determinata percentuale di Paesi sia d’accordo, perché chi non lo sarà, subirà la decisione adottata.
Tra i vari temi trattati nel documento, vi sono i passaggi sul Meccanismo europeo di stabilità, sull’Unione bancaria e sul budget dell’Eurozona, quelli che cioè interessano direttamente l’economia italiana.
MECCANISMO EUROPEO DI STABILITA’
L’operatività dell’attuale meccanismo europeo dovrebbe trasformarsi in un vero e proprio Fondo monetario, che darebbe valutazioni sul bilancio degli Stati membri (sottraendone le funzioni alla Commissione Europea).
Il Mes valuterebbe anche la ASD “Analisi sulla sostenibilità del debito”: qualora il debito di un Paese membro dovesse essere dichiarato “non sostenibile”, lo stesso non potrebbe ricevere sostegno finanziario a meno che non lo ristrutturi.
Per l’Italia diventa quindi fondamentale continuare a perseguire il percorso di riduzione graduale del rapporto debito /Pil, con il rischio di abbandonare molte velleità e promesse contenute nel contratto di Governo.
Il Mes sarà anche il soggetto che contribuirà alla progettazione ed al monitoraggio dei programmi, in stretta collaborazione con la Commissione europea ed in collegamento con la Banca centrale europea.
LINEA DI CREDITO MECCANISMO EUROPEO DI STABILITA’
Il Mes potrà anche fornire linee di credito in caso di penuria di liquidità se il Paese dovesse perdere gradualmente l’accesso al mercato: tale concessione di credito resta subordinata alla condizionalità del rispetto di determinati impegni (le condizioni per ottenere la linea di credito saranno indicate entro dicembre).
Non è da dimenticare che l’Italia ha avuto già una serie di preannunci su un possibile downgrading del suo debito nel caso in cui non rispetti le condizioni di sostenibilità nella prossima legge di bilancio.
BUDGET DELL’EUROZONA
Viene proposta l’istituzione di un bilancio dell’Eurozona, disponibile a partire dal 2021, finanziato da contributi nazionali, distribuzione delle entrate fiscali nazionali e risorse autonome europee. Il bilancio andrebbe a finanziare gli investimenti in innovazione e in capitale umano.
L’Italia è direttamente interessata a questi contenuti, essendo gli investimenti una delle leve da azionare inserite nel contratto di Governo, ed essendo pochi i margini che ci potremo assicurare entro il deficit, dopo aver disinnescato le clausole di salvaguardia per il 2019.
Non si entra nei dettagli quando si parla di un Fondo europeo di stabilizzazione della disoccupazione da attivare in caso di gravi crisi economiche: le proposte per il suo funzionamento vengono rimandate al dicembre del 2018 e non dovrebbe prevedere trasferimenti finanziari.
RETE DI SICUREZZA BANCARIA
Il Mes prevede anche l’istituzione di una rete di sicurezza comune per gli Istituti bancari da realizzare entro il 2024, una volta ridotto sufficientemente il rischio legato alle banche, mentre verrà prevista anche una garanzia europea dei conti correnti su cui il confronto inizierà già a luglio.
Francia e Germania si preoccupano di mantenere l’Europa lontana dalle crisi prevedendo strumenti finanziari e politici, con l’idea di proteggere i Paesi più fragili,
stimola gli investimenti e dispone di risorse che il bilancio italiano non può contenere in considerazione del prossimo futuro aumento dei tassi, delle clausole di salvaguardia da disinnescare, dei programmi di Governo.
L’Italia deve tenersi pronta a discutere i termini del confronto, considerata la sua debolezza per via dell’elevato debito pubblico ed il rischio di essere fortemente coinvolta nelle varie fazioni geopolitiche che animano soprattutto Cina e Stati Uniti.
Per l’Italia si prospetta la cessione di una parte della sovranità ed il controllo indiretto dei suoi conti pubblici se la situazione finanziaria dovesse aggravarsi.
Bene ha fatto il Ministro Tria a dichiarare al seminario promosso dalla Fondazione Tor Vergata “Fuori dall’Europa e fuori dall’assetto globale c’è solo la stagnazione”.
Ora si passi dalle parole ai fatti.
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