Italia – Francia: si ricominci da qui. La politica superi le divisioni e prenda esempio

Nonostante il momento politicamente difficile tra i due Paesi, i legami tra Italia e Francia si sono rinforzati con due Forum bilaterali organizzati dalle rispettive associazioni di Confindustria, confrontatesi su svariati temi (dalla Tav alla politica fiscale) agli inizi ed alla fine di febbraio. I lavori sono terminati con una dichiarazione congiunta nella quale gli industriali “fanno solennemente appello ai Governi di Italia e Francia affinché avviino un dialogo costruttivo volto a rafforzare la cooperazione bilaterale, prerequisito essenziale per lo sviluppo economico dei nostri Paesi e per rafforzare l’integrazione europea”.

La dichiarazione ha fatto seguito alla lettera inviata il 7 febbraio scorso al Presidente del Consiglio Conte e al Presidente francese Macron che venivano invitati alla ripresa di un dialogo costruttivo tra i due Paesi.

Gli industriali hanno unito le forze a dimostrazione dei solidi legami esistenti, con l’intenzione di proseguire unitariamente, sovrapponendosi ai contrasti politici, e unendo ciò che la politica sta dividendo:

i numerosi investimenti fatti dai francesi in Italia (garantendo lavoro a 250mila persone) e l’importante avanzo commerciale che l’Italia vanta nei confronti della Francia, sono solo la base per un rapporto di fiduciosa collaborazione per continuare il cammino in modo che l’Europa possa  procedere ad un’unica voce nello scacchiere mondiale.

Entrambi hanno rilevato come le sfide siano dell’Europa contro i colossi americani e cinesi ed è in questi termini che va inteso il bilateralismo. L’industria ha chiesto di alzare lo sguardo per vedere dove sia la vera concorrenza e fare in modo che l’Europa, oltre ad essere un gigante industriale, diventi un gigante politico.

Obiettivo è che l’Europa sia protagonista a favore delle sue imprese, negli investimenti, nella cultura, nel lavoro e sia in grado di incidere sulle scelte globali grazie alle sue capacità.

L’industria italiana e francese, soprattutto affrontando la crisi del 2008, hanno già dimostrato di essere l’unico vero canale per superare i momenti di difficoltà economica ma entrambi, dichiarando di avere una “convergenza totale”, hanno bisogno di un insieme di regole che non complichi la burocrazia, della disponibilità dei Governi ad investire nei più svariati settori per ridurre le differenze di competitività, a partire da istruzione, infrastrutture, ricerca e cybersecurity passando per l’accesso al credito. Riduzione della tassazione, eliminazione degli ostacoli allo sviluppo si chiede che siano altresì i cardini delle azioni di Governo.

Francia e Germania avevano già firmato il 22 gennaio scorso il Trattato di Acquisgrana: un accordo di collaborazione anche in termini industriali per rispondere alle sfide globali.  Il Ministro dell’Economia francese Le Maire ha invitato l’Italia ad integrare il patto industriale franco – tedesco.

Tanti sono gli snodi bilaterali governativi che dovranno essere portati a termine nelle relazioni tra i due Paesi: Tav, stabilizzazione della Libia, questione migranti.

Gli industriali italiani e francesi hanno già iniziato a lavorare. Insieme.

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