Lo Stato rimborsa gli acquisti pagati con strumenti digitali

Con l’obiettivo di evitare il tracollo del commercio locale bloccato dalla pandemia e con il doppio fine di combattere l’economia sommersa e pagamenti in nero, a partire dal mese di dicembre 2020, e salvo proroghe dettate dall’emergenza sanitaria, prenderà il via il “cashback di Stato”: lo Stato rimborserà parzialmente le spese effettuate con moneta elettronica, escluse quelle realizzate sui siti on line, per un importo pari al 10% della somma spesa.

L’importo massimo rimborsabile è fissato in euro 150 a semestre,  per ogni persona del nucleo familiare che abbia effettuato almeno 50 transazioni nei 6 mesi di riferimento (dunque in caso di nucleo di 4 persone con 4 carte di credito, la somma di euro 150 spetterà a ciascuno che abbia effettuato spese rientranti nei  parametri).

Ogni singola transazione non potrà comunque rimborsare più di 15 euro.

Varie potranno però essere le configurazioni del meccanismo:  si prospettano possibili soglie di spesa variabili personalizzate in base al reddito o alle abitudini dei consumatori, si potrebbero profilare meccanismi di calcolo che parametrano la spesa in euro in minori valori di riferimento  al fine di stimolare il maggior numero di transazioni (ad esempio caffè di un euro riconoscimento di un centesimo, televisore di 1000 euro riconoscimento di 100 euro, il tutto ad evitare che con sole 2 spese si raggiunga la soglia massima rimborsabile). Obiettivo: aumentare il numero totale delle transazioni effettuate con documenti tracciabili. In tal senso si è allo studio delle migliori tecnicalità.

Per l’intero meccanismo sono stati stanziati in legge di bilancio 3 miliardi: nel caso in cui vi sia un utilizzo inferiore alle aspettative potranno essere stabilite misure di maggior favore per i consumatori.

Una vera e propria operazione di marketing, inizialmente pensata per le attività a maggior rischio e solo successivamente estesa a tutto il settore commerciale purché gli acquisti si volgano in un negozio fisico.

L’accredito avverrà direttamente sul conto corrente e non vi sarà obbligo di conservare gli scontrini degli acquisti in quanto gli stessi sono già evidentemente tracciati dalle società di gestione.

Vi sarà obbligo di registrarsi sull’applicazione IO della Pubblica Amministrazione, fornendo il proprio codice fiscale ed il proprio conto corrente di riferimento.

Gli strumenti di pagamento rientranti nella casistica sono le carte di credito, le carte di debito, i pagamenti con lo smartphone (Samsung Pay, Apple Pay), e tutti i servizi digitali collegati al conto corrente (PayPal, BancomatPay, Satispay, ecc.).

Varie sono oggi le ragioni che allontanano i cittadini dall’utilizzo della moneta elettronica: secondo il Cashless Society Index sono eccessivi i costi di utilizzo per gli esercenti e quindi la sostanziale difficoltà a farla accettare da parte degli utilizzatori come anche il rischio di frodi nell’uso.

Tutti gli operatori del settore hanno comunque preso impegni sia per velocizzare l’evoluzione tecnologica per aderire e far partire la piattaforma, sia per contenere le spese di gestione richieste agli esercenti.

La Banca d’Italia ha già valutato positivamente l’introduzione premiale di questi strumenti, visto che i cittadini sono particolarmente sensibili agli incentivi sotto forma di premi e scontistica.

Il periodo Covid con il quale vi è necessità di evitare il contatto fisico mediante l’uso del contante dovrebbe confermare il successo nell’introduzione di questo nuovo sistema: è auspicabile la ripresa dell’economia per far decollare l’intero approccio.

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