21 settembre 2017
La proposta di legge elettorale depositata oggi in Commissione Affari Costituzionali alla Camera, nasce con l’intento di ottenere omogeneità nella composizione dei due rami del Parlamento e dunque cerca di rendere “governabile” il Paese evitando maggioranze diverse tra Camera e Senato.
Il 36% dei seggi (231 alla Camera e 102 al Senato) viene attribuito ai candidati che hanno preso il maggior numero di voti nel collegio, che sarà uninominale (un solo candidato per lista o coalizione).
Il 64% dei seggi viene attribuito in proporzione ai voti complessivi ottenuti a livello nazionale. I listini di questi collegi saranno molto corti: da 2 a 4 candidati al massimo.
Non è previsto nessun premio di maggioranza.
I partiti potranno presentarsi da soli o in coalizione: per poter entrare in Parlamento la lista dovrà superare la soglia di sbarramento del 3%, mentre la coalizione quella del 10%.
Ogni partito dovrà dichiarare il nome della persona indicata come capo della forza politica mentre non è prevista l’indicazione del nominativo del capo della coalizione.
Per il rispetto delle quote di genere, in ogni coalizione nessuno dei due generi potrà superare la quota del 60% nell’indicazione dei nominativi per i collegi uninominali.
Si comincia da questi punti a votare in Commissione, dal 26 settembre prossimo.
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