25 ottobre 2017
Dopo 10 mesi di assenza dal mercato di Borsa, e dopo aver letteralmente bruciato in dieci anni circa 20 miliardi di euro (tra acquisto di Banca Antonveneta per 9 miliardi e perdite sui crediti concessi entrati in sofferenza), tra poco, alle ore 9, Monte dei Paschi (la banca più antica d’italia e del mondo) rientra in Borsa.
La quotazione di partenza avverrà “al buio”: non è stato cioè annunciato in anticipo il valore iniziale.
Lo Stato (che ha salvato la banca il 22 dicembre 2016) è entrato nel capitale pagandolo 6,49 per ogni azione,
gli obbligazionisti subordinati che rischiavano di perdere il loro investimento e ai quali sono state date le azioni in cambio, sono entrati a 8,65 (costoro potranno, nei prossimi giorni, decidere di cedere le proprie azioni al Tesoro, per ricevere a loro volta certificati di deposito di pari ammontare, con scadenza maggio 2018 o, in alternativa, potranno tenersi le azioni con i rischi che la quotazione comporta).
Molto probabilmente i valori definitivi di chiusura oggi si aggireranno tra i 4 ed i 5 euro per azione, comportando una iniziale perdita per lo Stato di circa il 30% (tra 1,5 e 2 miliardi), che dovrà essere recuperata nell’arco di 4 anni.
4 anni è infatti la durata del piano industriale approvato dalla Commissione europea, per riprivatizzare la banca.
Nel lavoro che Monte Paschi nei prossimi mesi ed anni dovrà portare a termine vi è:
*l’eliminazione di 26 miliardi di sofferenze dai bilanci (incassando una cifra notevolmente scontata rispetto al valore cartaceo),
*l’accantonamento automatico (nuovo capitale fresco) indicato recentemente dalla Banca Centrale europea sulle sofferenze ancora presenti in bilancio (obbligo valido per tutte le banche, non solo Monte Paschi),
*la definizione delle numerose cause legali (per un danno complessivo ipotetico tra 3 e 4 miliardi).
Da oggi vi è una sola certezza, che il mercato conosce bene: le quotazioni saranno sicuramente in altalena (che potrebbe durare diversi mesi).
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