7 aprile 2017
Si attingerà al fondo da 20 miliardi, già destinato per 6miliardi e mezzo al salvataggio di Monte dei Paschi, per mantenere in vita Veneto Banca e Popolare di Vicenza.
La Banca centrale europea ha dato il via libera per lo sblocco dei fondi statali: 3 miliardi e 300 milioni per la prima e 3 miliardi e 100 per la seconda.
Per arrivare a questa decisione la Banca centrale europea ha dovuto verificare che i due istituti fossero ancora “solvibili” cioè nel futuro in grado di adempiere ai loro impegni.
Con i soldi pubblici lo Stato entrerà nel capitale delle due banche.
In questo modo si eviterà il bail in, la procedura con la quale, in caso di fallimento della banca, risponderebbero gli azionisti, gli obbligazionisti ed i correntisti sopra i 100mila euro.
Entrambi gli istituti hanno avuto negli ultimi anni forti perdite di gestione, diminuzione della raccolta di risparmio e fuoriuscita della liquidità. In particolare recentemente Veneto Banca ha anche emesso obbligazioni per finanziarsi sul mercato: 3 miliardi e mezzo a febbraio 2017 e 1,4miliardi a marzo (su entrambi i prestiti vi è già la garanzia dello Stato).
Ora si attende l’autorizzazione dell’Antitrust europeo, Direzione generale della Concorrenza, che escluda che l’operazione rientri tra gli aiuti di Stato (vietati) e verifichi che i due istituti abbiano carattere sistemico: l’intervento potrà infatti essere definitivamente autorizzato solo se dall’eventuale fallimento delle due banche possa derivare una grave perturbazione all’economia italiana (sicuramente lo sarebbe per l’economia del nord est italiano) e dunque, con questa autorizzazione, si evitino guai peggiori al sistema.
In preventivo ci sono oltre 1500 esuberi di personale da gestire, e il rimborso degli attuali azionisti ai quali è stata fatta un’offerta minima di restituzione del capitale originariamente investito. Questi rimborsi, che rappresentano una specie di “condono tombale” evitano azioni legali di risarcimento ulteriore (gli azionisti nel caso più estremo potrebbero richiedere fino a 5 miliardi e non ottenere nulla dal fallimento, mentre in buona sostanza saranno rimborsati con circa 700milioni).
I due istituti dovranno fondersi in un’unica banca ed in breve tempo dovranno provvedere a rimettersi sul mercato facendo uscire lo Stato dal capitale.
La direttiva sul bail in si è chiaramente rivelata inutile in Italia e necessita di una importante revisione.
Le prime 4 banche in crisi sono state ricapitalizzate con soldi bancari tramite il fondo di risoluzione: 2,5miliardi per una linea di credito a breve termine, 1,6miliardi per un prestito a 18 mesi, 1,5 miliardi con l’anticipo di due annualità del Fondo di risoluzione. Un conto totale di oltre 5 miliardi.
Ora l’intervento con fondi pubblici: prima per Monte Paschi, ed ora per le banche venete.
Con l’auspicio che rimetterle sul mercato sia un obbligo, altrimenti graveranno per anni sulle nostre spalle, e gli addetti vigilino sui piani di gestione delle nuove banche.
Rispondi